Le donne nutrici del mondo

“Le donne nutrici del mondo” è il programma culturale promosso dal Centro documentazione donna, in collaborazione con il Comune di Modena, in occasione di Expo 2015 che prevede presentazioni di libri, la realizzazione di un video a cura dell’artista Alberta Pellacani, la performance/degustazione “La tavola del mondo” e il progetto partecipativo “Ricette di vita”.

Obiettivo del progetto è coniugare il tema della cura e della relazione che accompagna il cibo e la sua preparazione con Modena e la sua identità di città solidale e accogliente, dove si sono mescolati saperi e sapori provenienti da tante parti del mondo; indagare se e come la cultura che passa attraverso il cibo si trasmetta tra generi, generazioni e genti introducendo cambiamenti e nuove visioni per il futuro.

In tutto il mondo e da sempre, le donne sono le principali “nutrici” della società, sono depositarie delle regole, delle tecniche e delle arti che riguardano il cibo e la sua preparazione. Nei paesi in via di sviluppo infatti, dove predomina l’agricoltura familiare su piccola scala, le donne producono tra il 60 e l’80% delle risorse alimentari, secondo i dati della FAO. Sono loro a lavorare la terra, raccoglierne i frutti, assicurare il mantenimento della famiglia. Tuttavia fanno più fatica a vedere riconosciuto il loro ruolo, ad avere accesso alla terra, e ad avere accesso al credito per sostenere la loro attività. Sono la spina dorsale del sistema di produzione di cibo, eppure sono più a rischio di fame o malnutrizione (rischio che si estende ai loro figli). Ogni donna è depositaria di saperi e pratiche che le danno la capacità di nutrire gli altri, in un continuo prendersi cura delle persone e delle cose.

Anche le donne italiane hanno con il cibo un rapporto privilegiato. Storicamente la gran parte del patrimonio gastronomico italiano ha origine da sperimentazioni delle donne in secoli di storia domestica.

A tuttoggi le italiane rimangono le principali responsabili della alimentazione familiare dedicando ogni giorno alla preparazione dei cibi una media di 1 ora e 47 minuti contro i 17 minuti che vi dedicano gli uomini. Questo permette di avvantaggiarsi di una dieta mediterranea determinante per il livello di salute e di aspettativa di vita.Le donne italiane trasferiscono queste competenze fuori dalla sfera domestica nei settori produttivi che si occupano di attività alimentari.

 

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