Giù le armi! 7 aprile 1920: l’eccidio di Piazza Grande – Racconto storico a puntate

Giù le armi! 7 aprile 1920: l’eccidio di Piazza Grande

Racconto storico a puntate

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A un secolo esatto dall’eccidio di piazza Grande del 7 aprile 1920, l’Istituto storico di Modena e il Centro documentazione donna hanno realizzato un racconto web (1 video e 3 podcast audio) che svela, per la prima volta nel dettaglio, come accadde realmente la strage in cui persero la vita cinque lavoratori. La storia è stata ricostruita dal collaboratore dell’Istituto storico Fabio Montella, storico e giornalista, che ha consultato documenti inediti conservati all’Archivio centrale di Stato di Roma e all’Archivio di Stato di Modena.

L’eccidio del 7 aprile 1920 è una delle pagine meno note della storia della città, sebbene all’epoca avesse destato grande impressione e un’eco nazionale. Durante un comizio organizzato in Piazza Grande dalle due Camere del Lavoro (socialista e sindacalista), i Carabinieri sparano sulla folla uccidendo cinque lavoratori e ferendone un’altra trentina. Perdono la vita Antonio Amici, Ferdinando Gatti, Linda Levoni, Evaristo Rastelli e Stella Zanetti.

Il comizio era stato organizzato nell’ambito dello sciopero generale di protesta per l’eccidio di Decima (frazione di San Giovanni in Persiceto, Bologna) dove, una paio di giorni prima,  altri otto operai erano stati uccisi dalla forza pubblica. A Modena, quel mercoledì 7 aprile, circa 2.000 lavoratori e lavoratrici scendono in piazza per manifestare. Al mattino, si tiene un comizio in Largo Garibaldi senza incidenti. Al pomeriggio, un secondo comizio che doveva svolgersi in Piazza delle Scalze (oggi Piazzale Boschetti), viene dirottato su Piazza Grande. Davanti allo scalone del Municipio (dove il Comune di Modena, nel 2016, ha inaugurato una targa ricordo) operai e Carabinieri si fronteggiano e lo scontro degenera.

Il racconto ripercorre l’intera vicenda, calando il pubblico nel clima dell’epoca, delineando l’identità delle cinque vittime e ricostruendo, sulla base di due inchieste (una del Ministero dell’Interno e una dell’Arma dei Carabinieri), quali siano state le responsabilità dell’accaduto, frutto di una catena di errori da parte delle autorità. L’eccidio ebbe conseguenze rilevanti per una città che stava vivendo un periodo di forti tensioni sociali e politiche, caratterizzato da una lunga stagione di scioperi e scontri, ma segnato anche dalla riorganizzazione del movimento fascista (dopo una prima effimera costituzione nel 1919) che fin dal suo sorgere si oppose con metodi violenti al movimento organizzato dei lavoratori.

Il progetto è realizzato all’interno del progetto Rivoluzioni coordinato da Istituto storico di Modena e Centro documentazione Donna, insieme al Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena e Fondazione di Modena, ha visto la preziosa collaborazione della Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti per la parte iconografica e sarà – sarà pubblicato in tre puntate a partire da martedì 7 aprile ore 10.00 sul sito di Rivoluzioni, sulle pagine FB dell’Istituto storico di Modena e del Centro documentazione Donna e sui rispettivi canali Youtube

Ideazione e progettazione sono a cura dell’Istituto storico di Modena. Autore della ricerca e della sceneggiatura è Fabio Montella, che è anche voce narrante. Voce recitante è quella del narratore Simone Maretti.

Scarica la locandina.

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